ARCO – Nel partecipato faccia a faccia promosso da l’Adige giovedì sera al Casinò municipale, si è parlato anche dell’investimento da tre milioni di euro deciso dal Comune pochi mesi fa per acquistare il capolavoro di Giovanni Segantini «Sole d’autunno». Un acquisizione pagata con l’avanzo di bilancio del Comune, stimato in 15 milioni di euro che saranno a disposizione della futura amministrazione.
Cosa pensano i quattro candidati sindaci di questa operazione?«Le priorità sono altre – ha detto Alessandro Amistadi, per la coalizione di centrodestra autonomista – da padre di famiglia mi sento di dire questo. Certo che se c’è un avanzo da 15 milioni allora il ragionamento diventa più comprensibile».
«Decisamente non era una priorità – prosegue Mauro Ottobre, condidato di due liste civiche – si vede che la giunta non sapeva come spendere i soldi dell’avanzo. Ma davvero non era il momento giusto per spese di questo tipo».«No, Segantini è un grande ma Arco aveva bisogno di altro – aggiunge Arianna Fiorio, candidata di una coalizione di sei liste civiche – certo è facile spendere soldi pubblici in questo modo, non serve mettere in campo nessuna progettualità».
A difendere l’operazione è Dario Ioppi, assessore uscente e candidato del centrosinistra autonomista: «Forse non era una priorità, ma era una possibilità. Le occasioni si colgono quando si presentano, il rilancio della cultura e dell’immagine di Segantini legata ad Arco è importante. Stiamo dando vita a un polo museale di tutto rispetto, i numeri lo dimostrano. È un investimento per il futuro»
articolo scritto dal quotidiano L’Adige del 08/04/2025 – https://www.ladige.it/